Amsterdam Dolce Attesa Gruppo ADA

Francesca e Valentina, rispettivamente a destra e a sinistra della foto

Il Bistrot alla stazione centrale di Utrecht è un posto molto carino.

Raccolto, gezellig come direbbero da queste parti, personale gentile e una vasta scelta di cibi e bevande, pizza compresa.

È qui che mi incontro con Francesca, italiana residente ad Amsterdam, che ha accettato di raggiungermi nella mia città.

Francesca ha 36 anni. Si è trasferita nei Paesi Bassi a 31 anni, lasciando un lavoro non fisso ma dal rinnovo annuale certo. Arriva dotata di frangetta allegra, sorrisone rilassante e lo sguardo deciso di chi ha visto e sentito molte storie. Ma oggi, sono io ad ascoltare la sua.

Francesca, che lavoro fai?

“Sono una doula ceramista insegnante”

Sono un sacco di cose! Me le spieghi?

“Vero, mi appassionano tutte! Come insegnante, do lezioni private di italiano ai bambini. Come ceramista, ho imparato qui, sul campo, presso un laboratorio nel nord del paese; produco i miei pezzi che vendo nei mercatini di Amsterdam. Come doula, esercito da 3 anni, da quando cioè mi sono stabilizzata in Olanda e ho cominciato il training”

Quindi hai studiato nei Paesi Bassi. Che tipo di formazione hai avuto?

“Ho fatto un corso che si chiama “JJ Doula Training”. È una delle scuole più conosciute sul territorio e dà la base necessaria a capire se sei portata per questo mestiere: ti danno una solida teoria e ti consentono di entrare in ospedale, facendoti assistere ai parti con la supervisione di doule esperte”

Ci dici, in parole semplici, chi è la doula?

“Certo: la doula è una figura di supporto incondizionato, che segue la donna dalla 36ima settimana della gravidanza e la accompagna fino a dopo il parto”

Quando dici ‘supporto incondizionato’ significa che se ti chiamo di notte tu mi rispondi?

“Sì!”

Sei sicura?

(Sono maliziosa, lo so, glielo devo chiedere. E lei non esita affatto.)

“Assolutamente, è il mio lavoro: aiutare la mamma. E anche il papà. Ci vuole passione per questo mestiere, non è per tutti. Pensa che il 45% delle persone che intraprende il training decide di fare la doula di professione. Per questo è importante entrare subito in contatto con altre doule, ascoltare le loro esperienze e farsi una prima idea del lavoro… a volte le esperienze possono essere molto forti e bisogna essere preparati fin da subito”

In cosa consiste materialmente il supporto di cui parli?

“È un supporto informativo, su come funziona il parto e come funziona il sistema olandese, emotivo alla madre e al padre, e fisico”

Il sistema sanitario olandese è molto diverso da quello italiano, le differenze in gravidanza quali sono?

“In Olanda, se la madre ha una gravidanza fisiologica sana può scegliere dove partorire: in casa, in un centro per il parto o in ospedale. Si viene comunque seguite da un’ostetrica, che viene scelta dalla mamma”

A proposito di ostetriche: quali sono le differenze con loro e perché dovrei prendere una doula?

Doula letteralmente significa schiava della donna. Va da sé che il nostro mestiere non ha nulla a che vedere con quello dell’ostetrica: noi non abbiamo competenze mediche, non mettiamo in atto pratiche mediche e non ci sovrapponiamo a loro. Anzi, c’è così tanta collaborazione che nei Paesi Bassi ci sono spesso casi di ‘doula-ostetrica’ che lavorano in coppia”

Si dice che la doula influisca sul parto al punto da poter diminuire il dolore e l’uso dei farmaci. Perché?

“Gran parte di questo risultato è dato dal supporto fisico di cui parlavo prima: esercitiamo sulla madre massaggi rilassanti e tecniche di digitopressione, per allentare la tensione e preparare il corpo al parto, scatenando una sensazione di sollievo sicuramente accentuata dall’aspetto psicologico: la mamma ci ha scelto per tenerle compagnia, quindi in un certo senso si fida di noi, e questa condizione nel complesso la mette più a suo agio”

È vero che l’Olanda è all’avanguardia per quanto riguarda la professione delle doule, insieme a Belgio, Francia, Inghilterra e USA?

“Sì, in Olanda la doula è un mestiere riconosciuto da 10 anni; anche il rapporto con le ostetriche e il tipo di training che viene svolto qui dimostrano questo dato”

Tu come hai messo in pratica tutto questo, ad Amsterdam?

“Lavoro con molte clienti straniere e, allo stesso tempo, aiuto le future mamme italiane ad affrontare la gravidanza, dando informazioni e supporto gratuito attraverso un gruppo Facebook che si chiama ‘Amsterdam Dolce Attesa’, conosciuto anche come gruppo ADA. Il gruppo è stato fondato 3 anni fa e oggi lo gestisco con una ragazza di nome Valentina Cenedese, che in passato è stata mia cliente. Ci piace andare oltre lo spazio virtuale e una volta al mese organizziamo un incontro ad Amsterdam, di solito il sabato”

Quali luoghi scegliete?

“Fino ad ora abbiamo sempre scelto posti diversi. Siamo state in biblioteca centrale, oppure in un negozio di vestiti per bambini dove ci sono spazi condivisi e punti di ristoro. Preferiamo luoghi facilmente raggiungibili da tutti”

E cosa fate in questi incontri?

“Rispondiamo a dubbi e domande sul parto e sul sistema olandese, condividiamo storie di gravidanze. Ogni tanto qualche mia ex cliente viene agli incontri e offre il suo contributo alle altre mamme. Vogliamo rassicurare tutte sul fatto che qui è possibile avere il diritto di scelta”

Che spazi ci sono in Italia, per tutto questo?

“Pochi. In Italia la doula non è ancora una professione riconosciuta, ma ci sono delle associazioni che consiglio di contattare, se ci si vuole avvicinare a questo mestiere”

Tu che lavoro facevi prima di trasferirti?
“Io ho studiato psicologia a Padova, ero educatrice alla scuola materna”

La laurea in psicologia è necessaria per svolgere il mestiere di doula?

“Aiuta, naturalmente, ma non è obbligatoria. Il mestiere della doula è prima di tutto un mestiere che richiede empatia, non solo verso la madre ma anche verso il fidanzato/marito: è lui il primo vero partner della donna”

Hai deciso di vivere ad Amsterdam perché avevi già sentito parlare di questo mestiere?

“No, ho scelto Amsterdam perché una mia cara amica olandese mi aveva invitata per un soggiorno… e ci sono rimasta! Ho deciso di fare in Olanda il Progetto Leonardo degli scambi europei, sulle malattie sessualmente trasmissibili e la violenza indoor sulle prostitute. Sono sempre stata interessata alla figura della donna. Alla fine, ho scoperto il training per doula, la mia amica si è trasferita in Inghilterra e io sono rimasta qui, a convivere con due olandesi”

E come è andata questa convivenza?

“Bene, eravamo tutti molto indipendenti ma siamo riusciti ugualmente ad avere uno scambio di culture, soprattutto sul tema dell’alimentazione”

Qual è il tuo piatto olandese preferito?

“Lo stampoot con le carote!”

E tu quale piatto italiano hai trasmesso ai tuoi coinquilini?

“Il tiramisu, la pasta e ovviamente la pizza”

Hai notato differenze comportamentali importanti tra olandesi e italiani, sul lavoro?

“Per la mia esperienza, diciamo che gli olandesi lavorano il giusto senza andare oltre i loro compiti”

E noi che valore aggiunto diamo a loro?

“Noi portiamo organizzazione e un pizzico di passione in più in tutto quello che facciamo”

La tua maggiore difficoltà ad adattarti a loro qual è stata?
“Il non avere molte possibilità di inserirmi davvero nella comunità olandese. I rapporti sono sempre stati cordiali ma non necessariamente si scende a un livello profondo di conoscenza reciproca… forse dipende dalla loro cultura”

 Ma tu hai imparato la lingua?

“In realtà sì, la ho imparata in strada, anche se non posso dire di padroneggiarla. Me lo sono potuto permettere perché io lavoro principalmente con stranieri, e parlo molto inglese, spagnolo e un pochino di portoghese. L’olandese non è sempre indispensabile, ad Amsterdam”

Torneresti in Italia a fare la doula?

(Francesca ci pensa… tre secondi!)

“Ma sì, perché no?! Mi vedo tornata in Italia, tra qualche anno. Comunque frequento già dei workshops a casa, vado spesso e ho diversi contatti con le doule italiane”

Il tuo prossimo evento ad Amsterdam?

“Il 4 marzo, con il gruppo Amsterdam Dolce Attesa, al centro yoga De Roos, in Pieter Cornelisz Hooftstraat 183. Ci vediamo alle 11 e stiamo insieme fino a quando vogliono le mamme!”

Ho ancora due domande per te. La prima: vuoi lasciare un messaggio a chi ti sta leggendo?

“Sì: la donna deve credere di più in se stessa e nelle sue opportunità. Nei Paesi Bassi c’è la possibilità di scelta informata, per questo è nato il gruppo ADA. Siate consapevoli delle vostre decisioni: scegliere dove essere seguite per la nascita dei vostri bimbi potrebbe cambiare di molto la vostra storia”

Cosa segue il tuo cuore?

“Il cuore stesso. Do il massimo in tutto ciò che faccio”.

 

E in un’ora di intervista, me ne sono accorta.

Ringrazio Francesca, per aver aperto una finestra sulla sua storia e una sul mestiere di doula. Se anche voi volete conoscerla, farle domande o chiederle assistenza, passate da qui:

Gruppo Facebook: Amsterdam Dolce Attesa – ADA

Il gruppo è chiuso, le vostre informazioni restano private. Basta solo mandare la richiesta di adesione.

Auguri a tutte le future mamme e alla prossima intervista!

Paola


Paola Ragnoli è consulente e formatore in comunicazione verbale e non verbale, counsellor e autrice. È fondatrice e titolare della micro-impresa The Dots Connection e del blog I Viaggi Della Druida. Collabora come redattrice con alcuni siti internet, per Italianradio si occupa di integrazione tra culture.

 

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