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Si è conclusa ieri l’ultima edizione dell’International Documentary Film Festival di Amsterdam. Dieci giorni di bellissimi incontri, di sorprese, di impegno sociale e di grande passione.

Abbiamo osservato con ammirazione l’impegno nel trovare un’alternativa alle maxi spese di produzione di Hollywood e nella ricerca di qualcuno disposto a credere in un progetto nuovo.

Il nostro IDFA 2015 è stata la conferma della buona riuscita di tutti i festival sulla stessa lunghezza d’onda, a cui spesso partecipiamo e in cui capiamo che il nostro obiettivo è quello giusto: riunire tante persone che condividono qualcosa di forte, metterle insieme a guardare un film o bere un caffè, ed ecco, la magia è compiuta.

Il mio ultimo incontro all’IDFA è stato con Francesco Cavaliere, regista napoletano emigrato ad Amsterdam, dove vive da qualche anno. Il suo festival ha avuto una sfumatura diversa: dopo il suo precedente lavoro, R(esistenza) (di cui vi abbiamo già parlato QUI), è alla ricerca di produttori disposti a credere nella sua nuova impresa, in fase di lavorazione, Odi et Amo, dedicato alla sua Napoli. L’ho incontrato al NH Carlton, che raduna tutte quelle persone con un badge appeso al collo che vedete sempre agli eventi. Stavolta ce l’avevo anche io.

L’intervista qua sotto è il resoconto di una vita dedicata all’arte del documentario e alle difficoltà che spesso la rendono impraticabile.
Allora buona fortuna a Francesco, e noi ci vediamo all’IDFA 2016.

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