L’università di Eindhoven ha appena presentato la sua terza vettura elettrica dotata di pannelli solari. Si tratta di un esperimento fine a se stesso? Difficile crederlo in un Paese che lotta contro l’inquinamento atmosferico proprio puntando sulla mobilità alternativa

Auto elettriche in carica

Auto elettriche in carica

Gli studenti della Technische Universiteit di Eindhoven hanno presentato la loro nuova auto elettrica. La monovolume ha cinque posti e il suo motore elettrico sfrutta l’energia del sole che viene raccolta dai pannelli solari posti sul tetto. La Stella Vie, come è stata rinominata la creazione degli studenti, è la terza vettura progettata nel polo universitario. Rispetto alle precedenti versioni, la Stella Vie ha un posto in più, meno pannelli sul tetto e può comunque percorrere mille chilometri in una giornata estiva. Il tutto senza rinunciare alla velocità: l’auto, infatti, tocca i 130km/h.

Non manca, inoltre, la tecnologia più avanzata che permette di migliorare l’esperienza a bordo di un’auto tanto rivoluzionaria. Stella Vie è dotata di un sistema di parcheggio che tiene conto della posizione del sole al momento di posteggiare la macchina. I 23 studenti che hanno lavorato a questo progetto, però, non rappresentano una mosca bianca in Olanda. Il Paese, infatti, da anni punta a incentivare la mobilità alternativa.

Auto elettriche e ibride: Olanda tra i primi della classe

Basta dare un’occhiata alle tabelle che riportano i dati delle vendite delle auto elettriche per capire che l’Olanda ricopre un ruolo di primo piano in questo mercato. Nel corso del 2016, infatti, sono state oltre 4mila le vetture di questo tipo che sono state acquistate dagli olandesi. A queste vanno aggiunte le ibride plug-in, ossia quelle auto che, nonostante siano dotate anche di un motore a combustione interna, possono percorrere distanze medie senza consumare benzina e che vengono ricaricate con una spina come le elettriche pure. In questo modo, le cifre superano agilmente le 20mila unità. Numeri importanti, soprattutto se confrontati con quelli italiani.

Car sharing ad Amsterdam

Car sharing ad Amsterdam

Nella Penisola, infatti, lo scorso anno solamente 1.370 automobilisti hanno deciso di acquistare un’auto elettrica, i dati diventano più confortanti solo se a questi numeri si aggiungono quelli dati dalle auto ibride che, però, hanno un peso rilevante sul mercato italiano esclusivamente grazie alle versioni tradizionali. Si tratta cioè di vetture che hanno come motore principale una classica unità a benzina o, più raramente, a gasolio e che sfruttano la trazione elettrica solo per brevi tragitti percorsi a bassa velocità o come aiuto per il propulsore tradizionale. Si tratta di vetture che non hanno bisogno delle colonnine di ricarica, perché immagazzinano energia proprio grazie al motore a benzina ma che, proprio per questo, emettono più gas di scarico rispetto alle plug-in.

Non solo Paesi Bassi: elettriche diffuse anche in Francia e Norvegia

I dati sulle vendite, presi così, dicono poco sulla reale situazione del parco circolante nei due Paesi. I due numeri, effettivamente, non sembrano essere tanto distanti l’uno dall’altro. Va però tenuto presente che, nel 2016, in Italia sono state immatricolate oltre 1 milione e 800 mila vetture, contro le 382mila dei Paesi Bassi. Numeri, questi, che fanno capire che le quote di mercato sono abbastanza diverse: nel Bel Paese, infatti, le auto totalmente elettriche rappresentano appena lo 0,07% del totale, contro l’1,10% olandese che, tra l’altro, è l’unico mercato europeo nel quale il numero delle immatricolazioni è in calo.

Meglio dell’Olanda, nel campo delle auto puramente elettriche, lo fa la Francia che si colloca al primo posto per numero di immatricolazioni (27.307). Questo numero si traduce in un 1,35% di quota di mercato.

Fuori dalla UE, invece, continua a rappresentare un unicum il caso della Norvegia. A Oslo, anni di politiche in favore di questo tipo di mobilità hanno portato alla situazione attuale: 24.221 elettriche nuove, ossia il 15,6% del totale delle immatricolazioni del 2016.

Incentivi e colonnine

Ma perché Olanda, Francia e Norvegia (e non solo) sono davanti all’Italia? Le motivazioni sono due: gli incentivi per chi acquista un’auto elettrica o ibrida plug-in e la rete di ricarica. Entrambe sono presenti negli altri Paesi e assenti, o quasi, nella Penisola. Nei Paesi Bassi si punta ad azzerare le vendite di auto tradizionali entro il 2025 per ridurre l’inquinamento atmosferico. Per farlo è stata portata avanti una politica che spinge all’acquisto di vetture alternative. Un esempio è dato dalla tassa di registrazione dell’auto nuova, che si calcola in base alle emissioni prodotte dal veicolo, mentre un altro lo si può trovare nella tassa di possesso che varia a seconda del peso e del tipo di motore montato. Inutile dire che le elettriche sono esenti, mentre le ibride pagano pochissimo.

Non manca, inoltre, una fitta rete di colonnine di ricarica. Un aspetto, questo, che non va assolutamente sottovalutato soprattutto in un Paese poco esteso come l’Olanda. Le stazioni di ricarica, secondo i dati raccolti dalla Commissione europea, sono 154 ogni 100mila abitanti, contro le appena 6 italiane. Dove, tra l’altro, gli incentivi per i proprietari di auto “green” sono legati principalmente alle scelte dei singoli comuni che possono concedere esenzioni per l’accesso alle Ztl oppure sconti per i parcheggi blu. Troppo poco per invogliare a spendere molti soldi per acquistare un’auto nuova…

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