Noi italiani  godiamo di un rapporto particolare con il cibo, probabilmente perché riteniamo alcune ricette “sacre”

Grazie ai piatti cucinati da mamme, nonne e zie nelle tavole del Bel Paese si compiono ogni giorno vere e proprie esperienze mistiche. I sapori sono inimitabili e gli expat lo sanno bene. La memoria di certi piatti è così viva che solo il pensiero a quegli odori e a quel gusto fa venire l’acquolina in bocca. Dei piatti della tradizione non ci si stanca mai, perché sono talmente buoni che le nostre papille gustative non riuscirebbero ad immaginare di meglio!

Ad essere ottimi sono i prodotti, che oltre ad essere cucinati con cura e amore, vengono rispettati nella loro essenza. Ciò che conta, in Italia, aldilà della qualità sono infatti gli accostamenti sempre un pò uguali, sempre abbastanza tradizionali. Come se a fare certe “combinazioni anomale” si compisse un sacrilegio.

La novelle cuisine, non ci appartiene, dopotutto è roba da francesi con la puzza sotto il naso, noi siamo italiani e al gourmet sulla carta, preferiamo il gusto alla bocca.

Insomma, il cibo in Italia è davvero una cosa seria!

Ma allora, cosa accade agli italiani quando viaggiano? Scoprire nuove culture significa anche scoprire nuove abitudini. A tutti piace un sacco aprirsi a nuovi mondi, e piace ancor di più constatare che i propri usi vengano amati e imitati. Ma piace anche scoprire che le nostre sane abitudini alimentari vengano scimmiottate? Scoprire che le proprie tradizioni vengano violentate? Quando si parla di “cibo italiano”, prodotto dai grandi marchi all’estero, quasi sempre si parla di un binomio che va a braccetto con il cattivo gusto e dunque si parla di qualcosa di molto NON italiano.

Basta fare una passeggiata per un qualsiasi supermercato olandese per scoprire come quelli che sono dogmi per la bandiera tricolore, intoccabili e sacri (la pasta alla carbonara non può prevedere besciamella, così come la pizza ai quattro formaggi deve essere bianca e non rossa), vengano violati e rivisitati al peggio.

Lungo le corsie dei supermercati si trovano cose inimmaginabili per noi cultori della “vera cucina italiana”. Se credete che io stia esagerando, provate a pensare a :

  • Ottima pizza all’ananas
  • Preparati di pasta alla carbonara in vetro (dal colore bianco, ovviamente perché la carbonara o si fa con la besciamella o se la si vuole gialla bisogna aggiungerci lo zafferano)
  • Insalate “italiane”, cariche di pasta scotta e peperoni
  • Il pesto ovunque e con qualsiasi cosa (spopolano le combinazioni pesto/spinaci e gamberetti o pane pesto/carpaccio e peperoni), perché il pesto è italiano e dunque va bene everywhere
  • Gustosissime pizze al pollo (e pesto ovviamente)
  • Cotolette ricoperte con una bella e fresca fetta d’ananas (che ne sanno i milanesi della bontà dell’agrodolce)
  • Tipiche patatine in busta “alla bolognese”
  • Squisite parmigiane al pollo

 

Nella speranza di non aver causato un arresto cardiaco a tutte le nonne italiane, vere cultrici del palato, e certa del brivido che vi ho procurato lungo la schiena al solo pensiero di questi piatti , sono sicura che capirete la disperazione degli expat al supermercato. La cultura culinaria italiana è spesso infangata. Questi sono alcuni dei prodotti più comuni, venduti qui in Olanda e spacciati come “italiani”. Ovviamente, le eccezioni ci sono, ma ahimé sono davvero poche.

Insomma, quelle gustose ricette tanto apprezzate nel Bel Paese, al di fuori dei nostri confini possono assumere davvero sembianze e gusti agghiaccianti. Potranno anche etichettarci come rigidi “food-nazi”, ma noi certi accostamenti non li faremmo mai perché:

“Il cibo  è una cosa seria!”

Rimanete connessi!

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