Tutti i Paesi, Italia compresa, hanno iniziato lo spoglio dei voti alle ore 23.00 del 26 maggio.

Lega, Pd, M5s, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono i 5 partiti  che hanno superato la soglia di sbarramento del 4 per cento, prevista dalla legge elettorale per le elezioni europee. A livello europeo, il blocco sovranista ha visto un aumento dei consensi, ma non ha sfondato. Il Ppe guadagna 179 seggi, con il 23,8% delle preferenze. Al secondo posto troviamo l’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici che totalizza 150 seggi con il 20% delle preferenze. 107 seggi vanno al gruppo dell’Alde che ha guadagnato il 14,2% dei voti degli europei. I Verdi guadagnano 70 seggi, i Conservatori e Riformisti Europei 58, EFDD 56 esponenti parlamentari europei, EUL/NGL 38 seggi, mentre i restanti 35 seggi vanno ad altri partiti.  L’affluenza è stata del 56,1%, in calo rispetto al 58,6% delle Europee del 2014.

Italia

Con il voto del 26 Maggio l’Italia ha dato appoggio con il 34,3 per cento dei voti al partito Lega Nord, noto per la sua propensione nazionalista e xenofoba e alla figura di Matteo Salvini, leader del partito. Prendendo quindi direzione opposta rispetto alla maggioranza degli stati europei che invece hanno sostenuto pariti pro- Europa, focalizzati maggiormente sulle cosiddette “politiche verdi” come le fonti di energia rinnovabile, la salvaguardia dell’ambiente e dei consumatori, la tutela delle donne e il rispetto dei diritti umani. Secondo partito Il PD che ha raggiunto il 22,8 per cento, riguadagnando quindi lentamente terreno anche nel panorama politico italiano. Colpo basso per il Movimento 5 stelle che ha ottenuto il 16,9 per cento dei voti, facendo emergere il calo della fiducia e dei consensi nel partito.

Di seguito le percentuali di voti per ogni partito:

• Lega: 34,39 per cento
• Partito democratico: 22,83 per cento
• Movimento Cinque Stelle: 16,93 per cento
• Forza Italia: 8,73 per cento
• Fratelli d’Italia: 6,44 per cento
• +Europa: 3,10 per cento
• Europa Verde: 2,3 per cento
• Partito Comunista: 0,88 per cento
• Partito animalista: 0,6 per cento
• Svp: 0,54 per cento
• Popolo della famiglia: 0,43 per cento
• CasaPound: 0,33 per cento
• Popolari per l’Italia: 0,3 per cento
• Partito Pirata: 0,23 per cento
• Forza Nuova: 0,15 per cento
• Autonomie per l’Europa: 0,07 per cento

I 73 seggi, che diventeranno 76 dopo che il Regno Unito sarà uscito dalla Ue, sono divisi tra le 5 circoscrizioni italiane:  20 alla circoscrizione Nord-Ovest; 15 alla circoscrizione Nord-Est; 15 alla circoscrizione Centro; 18 alla circoscrizione Sud ; 8 alla circoscrizione Isole.

Europa

I risultati delle elezioni europee 2019 possono essere letti in diversi modi. La destra nazionalista non ha spazzato via il tabellone. I partiti di governo tradizionali non sono stati tutti decimati, come alcuni commentatori avevano predetto, ma è chiaro che i partiti tradizionali di centro-sinistra e centro-destra, che hanno dominato l’UE negli scorsi anni, sembrano aver perso la maggioranza per la prima volta al Parlamento europeo.

Ciò riflette una tendenza già evidente nelle elezioni nazionali in tutta Europa: il rifiuto dello status quo. Gli elettori europei stanno cercando risposte altrove. Sono attratti dalle personalità politiche che sentono rappresentino al meglio i loro valori e priorità. Alcuni sono attratti dalla destra nazionalista, che auspica una repressione dell’immigrazione e più potere per i parlamenti nazionali, piuttosto che per Bruxelles. Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri italiano Matteo Salvini è un esempio, così come il primo ministro ungherese Viktor Orban. Altri elettori preferiscono un’alternativa pro-europea, come il Partito dei Verdi e i gruppi liberali, che si sono comportati bene anche in queste elezioni riuscendo ad ottenere ben 70 seggi.

Il nuovo Parlamento europeo sarà ampiamente pro-UE ma vi saranno anche grosse fratture interne che renderanno  difficile il processo legislativo, proprio quando gli elettori europei gridano maggiormente  per il cambiamento.

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