La lunga carriera e il nuovo spettacolo nei Paesi Bassi: “Mi chiamo Italia”.

Carla Regina, cantante, attrice, scrittrice, performer contemporanea e direttrice di teatro

Diplomata in piano, cantante d’opera, studiosa di recitazione teatrale, fino alla creazione della sua fondazione Voice Actually, e alla direzione del Opera Viva Festival che si tiene a Woerden vicino a Utrecht.

Abbiamo avuto l’onore di conversare con Carla Regina riguardo la sua carriera, la sua vita nei Paesi Bassi e il suo nuovo spettacolo Mi chiamo Italia.

Che altro dire? Lasciamo parlare l’esperta!

Da quanto tempo vivi in Olanda?

Sono qui da tempo immemorabile. Sono 26 anni che sono qui. Porto la cultura italiana da tanto tempo in Olanda e lavoro moltissimo con spettacoli che propongo al pubblico olandese. Invece questa volta, per una volta, usciamo con uno spettacolo che è dedicato con tanto amore alla mia gente.

La nascita dello spettacolo

Il titolo dello spettacolo è Mi chiamo Italia. È uno spettacolo che ha avuto una genesi particolare. È stato pensato nel 2020 quando è scoppiata la pandemia, in pieno lock-down, e non si vedeva ancora una soluzione al virus. Abbiamo dovuto fare questo spettacolo in streaming perché era l’unico modo di portarlo alla luce. Lo streaming è andato in onda nell’ottobre del 2020 e dopo sono state fatte altre produzioni, quindi il progetto è stato messo da parte.

Come mai ora lo proponete nei Paesi Bassi?

Ci sembrava un peccato aver fatto questa produzione, di cui io curo il copione e l’allestimento scenico, oltre che a  recitare e cantare nello spettacolo, aver speso tantissime energie e tantissimo lavoro per questo progetto per poi presentarlo solo in streaming. Lo streaming è un mezzo bellissimo che ci ha fatto sopravvivere per tutti questi anni, però, diciamoci la verità, non è come avere delle faccine di fronte, sorridenti o commosse, a seconda dell’argomento. Noi viviamo dell’energia che arriva dal pubblico. Se non hai il riscontro delle persone che guardano e partecipano con te, è un po’ difficile dare il massimo. Abbiamo fatto di necessità virtù, come tutti, ma ci sembrava un po’ un peccato.

Cosa dovremmo aspettarci?

Io amo definirmi una cantattrice perché nei miei spettacoli ci sono sempre vari elementi. Un elemento fondamentale è la storia, e poi c’è il repertorio. Molte volte ci si lascia ingannare dal fatto che io di formazione sono una cantante d’opera, e si pensa che chiunque venga a vedere i miei spettacoli debba ascoltare l’opera. Ma in realtà non è così, e chi mi segue da tanto tempo lo sa.

In questo spettacolo c’è la storia dell’Italia, raccontata dall’Italia stessa, con episodi legati alla nostra storia, al nostro passato, con riferimenti chiari a vicende che conosciamo bene. Un repertorio tipicamente italiano, e per questa produzione ho scelto dei pezzi che sono iconici della nostra cultura. Si va da Verdi, a Fabrizio De André, Renato zero, pizzica salentina, canzone napoletana. C’è un po’ un excursus di pezzi che per noi sono riconoscibili, musica bellissima.

Si comincia dalla nascita e si va avanti alle persone che sbarcano a Lampedusa e ai giorni d’oggi. Sul palco con me ci saranno anche due artisti meravigliosi, Emiliano Roca e Antonio Mannino che suoneranno diversi strumenti. Sono due artisti salentini bravissimi.

Qualche informazione pratica riguardo lo spettacolo?

Ora che le cose si sono messe decisamente meglio abbiamo pensato di portarlo finalmente in scena e offrirlo a spettatori Italiani, o comunque amanti dell’Italia, nei quattro angoli del paese. Quindi Amsterdam, Maastricht, Geldrop e Den Haag. Sono quattro date a partire dal 11 Marzo ad Amsterdam, il 12 a Maastricht, e il weekend successivo il 19 a Geldrop e il 20 a Den Haag.

Sarà anche disponibile un libretto di sala in olandese, che verrà distribuito digitalmente alle persone che non parlano la lingua italiana. L’ingresso è libero, su prenotazione.

Per riferimenti e prenotazioni

Istituto italiano di cultura

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A cura di Veronica Gantini

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