Solidarietà, utilità sociale, partecipazione e inclusione, sono le fondamenta dell’operato di chi decide di svolgere il Servizio Civile Nazionale, che sempre di più mira a potenziare l’occupazione giovanile. I settori in cui i “volenterosi” possono dare il proprio contributo sono diversi: ambiente, assistenza, educazione e promozione culturale, protezione civile e Servizio Civile all’estero.

I giovani con un’età compresa tra i 18 e i 29 anni interessati al progetto, nel 2014 sono stati 15.000, mentre nel 2017 le richieste sono più che triplicate, arrivando a 50.000. I motivi che hanno portato a questo boom di richieste riguardano la voglia di intraprendere un’esperienza di impegno diversa dal solito, le motivazioni ideali e la difficile condizione del mercato del lavoro.

Il governo mette a disposizione 433€ mensili per ogni giovane selezionato per il Servizio Civile Nazionale, con un bonus di 15€ al giorno per chi sceglie il progetto all’estero. I dati INAPP dichiarano che il 33,5% dei volontari trova lavoro entro i primi 6 mesi di servizio, e un quarto di loro trova impiego presso l’ente a cui è stato assegnato. Il 95% dei volontari descrive l’esperienza come “una difesa non armata della patria” dai molteplici lati positivi, ed è grazie al passaparola tra i giovani volontari che si è riscontrato un incremento così evidente tra le richieste.

I “millenials” sono stati accusati di essere meno ideologici di genitori e nonni, ed è stato detto che la strada del Servizio Civile, viene spesso intrapresa per rifugiarsi dalla disoccupazione. Il sociologo Massimo Introvigne, direttore dell’istituto Censur, rivela che i giovani italiani scelgono il Servizio Civile sia perché non trovano lavoro, ma anche e soprattutto perché spinti dal senso civico a voler diventare cittadini migliori.

I volontari, per il 65% donne, mossi dagli ideali personali, spesso chiedono di essere mandati in prima linea tra rifugiati e terremotati, la quasi totalità è disposta a cambiare regione e moltissimi scelgono di svolgere il progetto all’estero. Dai sondaggi risulta che solamente uno su quattro ha avuto esperienze lavorative precedenti, ma più dell’80% ritiene di aver acquisito competenze utili ad affrontare il mondo del lavoro, durante l’anno di servizio.

Francesco Spagnolo, oltre ad essere un formatore Caritas, gestisce il primo blog interamente dedicato al settore, definendo il progetto come “una sfida educativa”. Se siete interessati consultate la pagina seguendo il link Esseciblog.

Durante la puntata live Radio Pizza di giovedì 11 maggio, abbiamo avuto il piacere di ascoltare le voci di alcune volontarie, che stanno svolgendo il loro anno di Servizio Civile in alcune città europee, se siete curiosi di ascoltare le loro interessanti testimonianze, ascoltate il podcast seguendo il link Radio Pizza 11 maggio.

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