Nel futuro i treni arrivano in orario. Anzi, quasi in anticipo.

Il treno che ci ha portati da Utrecht ad Amsterdam infatti era in perfetto orario, forse addirittura un minuto in anticipo. La prima parte del nostro viaggio verso il futuro, quella su rotaie, è stata tranquilla e priva di sorprese o contrattempi. Siamo persino arrivati alla stazione di Amsterdam Sloterdijk con un paio di minuti d’anticipo, in pieno stile olandese.

Nel futuro gli autisti delle navette guidano male.

Giunti a Sloterdijk non è stato per nulla difficile raggiungere la zona dedicata al servizio navetta che ci avrebbe condotti al Welcome To The Future Festival. Nel futuro infatti è pieno di cartelli che indicano in modo chiaro e semplice come raggiungere i punti di raccolta per le navette. Per fortuna aggiungerei, dato che senza indicazioni sarebbe stato invece estremamente difficile capire dove andare. Giunti sul luogo, a poco è servito il nostro Press-Pass per il futuro, tutti devono pagare la navetta.
Il futuro è imparziale.
La coda scorreva rapidamente poiché arrivavano sempre due navette alla volta. Inoltre siamo riusciti a salire a bordo proprio mentre cominciava un violento temporale, che ci siamo risparmiati veramente per poco. Si, perché nel futuro il clima cambia improvvisamente. Come in Olanda.
Se la prima parte del nostro viaggio nel tempo è avvenuta senza intoppi, così non si può dire della seconda parte, quella su strada.
Non appena le ruote hanno cominciato a mangiare asfalto è risultato palese che l’autista avesse una gran fretta di completare il percorso a lui designato, non prestando grande attenzione a noi passeggeri, che venivamo violentemente sballottati ad ogni curva imboccata senza nemmeno rallentare.

Nel futuro i ponti galleggiano.

Una volta arrivato al capolinea della navetta ci siamo trovati distanti dai quartieri residenziali, circondati solo dalla natura.
Qui è cominciata la terza ed ultima parte del nostro viaggio nel tempo, quella a piedi, ovvero quella più ostica.
Nel futuro infatti gli organizzatori di eventi giovanili sono estremamente scaltri e fanno si che per raggiungere la metà tanto desiderata, i partecipanti debbano attraversare strani ponti galleggianti sopra laghi paludosi. Questi ponti sembrano stabili in un primo momento, ma giunti a metà del percorso ci si rende conto di quanto in realtà si muovano sulla superfice dell’acqua, innescando la stessa sensazione che si prova il venerdì sera mentre si barcolla dopo il sesto drink.
Una mossa per scoraggiare al consumo smodato di alcolici durante il festival, dando un assaggio delle eventuali conseguenze?
Non ci sono conferme al riguardo, ma con noi ha senza dubbio funzionato.

Nel futuro la musica è ovunque.

Appena entrati al Welcome To The Future Festival siamo stati infatti investiti da un muro di suono. Ovunque ci si girasse c’era musica. Ma nel futuro si pensa ai bisogni di tutti, infatti erano presenti dei distributori di tappi per le orecchie, per chiunque li volesse diminuire l’impatto sonoro.
Inoltre il festival aveva luogo in un parco enorme, disseminato di palchi giganteschi, ognuno dei quali addobbato a tema, dove svariati DJ si susseguivano e proponevano brani di un genere di musica diverso l’uno dall’altro, in continuazione, senza mai un singolo istante di vuoto e calmo silenzio.

Nel futuro l’unica moneta saranno i Token.

All’interno del festival infatti erano presenti svariate bancarelle che offrivano le pietanze più disparate, dalle tipiche patatine fritte a molteplici tipi di panini e toast, dalla birra ai cocktail, fino persino alle sigarette e tabacchi in genere.
Ma tutti questi beni non erano acquistabili tramite la comune moneta di scambio che noi conosciamo. Occorreva infatti cambiare il nostro denaro preistorico tramite uno dei numerosi distributori di questi fantomatici Token.
Ci è stato poi spiegato dagli abitanti del futuro come tutto fosse scambiabile con 1 Token.
Una bibita? Un Token.
Una birra? Un Token.
Un toast? Un Token.
Un gelato? Sempre un Token.
Non possiamo fare a meno di chiederci il valore di questa misteriosa unità di misura. Dobbiamo confessare che non abbiamo avuto il coraggio di sperimentare e cimentarci con questi cambia-token.
Il futuro può far paura.

Nel futuro l’acqua è gratis.

Tra i numerosi banchetti di street-food, birra e gadget, alcuni erano invece interamente dedicati alla distribuzione completamente gratuita dell’acqua. Dettaglio di cui siamo stati più che grati in svariate occasioni durante la lunga giornata di musica.

Nel futuro c’è un sacco di gente.

Distese infinite di teste, mani in aria, corpi che ballano e persone di tutte le età (anche se mai sotto i 18 anni, il futuro è vietato ai minori). Ci siamo infatti sorpresi della massiccia presenza di persone visibilmente non più giovanissime, anche dette “diversamente giovani” nel futuro, ma che sembravano comunque godersi il festival senza nessun problema.

Nel futuro è pieno di belle ragazze.

Una mozione d’onore è obbligatoria per la popolazione femminile del futuro, presente in maniera decisamente più massiccia rispetto la controparte maschile.

Nel futuro il sole sorge nel tardo pomeriggio.

Durante la nostra presenza nel futuro il sole ha fatto qualche timida comparsata, ma sempre e solo per poi sparire di nuovo dietro le nubi, fino alle ore 20:00, quando finalmente ha illuminato un festival che stava arrivando al suo culmine.
Con il sole infatti sono giunte anche molte più persone, pronte a godersi la serata, il vero punto forte del party, per poi ritirarsi alla mezzanotte come Cenerentola, oppure recarsi all’after-party insieme ai veri avventurieri, che di futuro non ne hanno mai abbastanza.

Nel futuro lo staff è gentile e disponibile e sono presenti svariate zone di confort dove riposarsi, zone verdi dove allontanarsi temporaneamente dalla musica e far riposare i timpani, zone sorvegliate dove lasciare i propri bagagli in cambio di Token, ma soprattutto molti WC.
E per fortuna, con tutta quell’acqua free.

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