Jan Vermeer (1632-1675) è ancora oggi uno dei più importanti pittori olandesi, artista affascinante e su cui rimane ancora un alone di mistero.

Della sua vita si conosce infatti molto poco: nacque e visse nella cittadina di Delft, ereditò l’attività di locandiere dal padre, ma questo non gli garantì comunque condizioni economiche favorevoli. Fece parte e successivamente divenne anche capo della Gilda di San Luca, una corporazione di artisti ed artigiani. Nonostante questo non riuscì mai ad essere completamente apprezzato dai suoi contemporanei, che guardavano alle sue opere con occhio curioso ma scettico, per l’utilizzo innovativo che il pittore fece della camera oscura nella realizzazione dei suoi dipinti. Gli scarsi eventi di rilievo nella sua vita, poi, limitarono ancora di più la diffusione della sua attività artistica.

Proprio per questa oscurità che cela le vicende del famoso pittore, la recente scoperta riguardo uno dei suoi quadri piu’ importanti potrebbe essere fondamentale per portare alla luce dei nuovi tratti di Vermeer. Dopo anni di ricerche, infatti, il professore Frans Grijzenhout, dell’Università di Amsterdam, sembra aver ritrovato la Stradina di Delft che ispirò l’omonimo quadro dell’artista olandese.

L’opera, conservata al Rijksmuseum, è, insieme alla Veduta di Delft, l’unica rappresentazione che Vermeer ha realizzato di un ambiente esterno.
Come un paesaggio osservato da una finestra, il pittore riporta, con apparente semplicità ed obiettività, la realtà quotidiana di pochi personaggi, che immortala nell’ambiente urbano di Delft intenti nelle loro attività lavorative.

L’angolo retto centrale, creato dalla casa in primo piano, conferisce a tutto il disegno un perfetto equilibrio, mentre il triangolo del cielo sullo sfondo trasmette un senso di dinamismo.
Le mura, i mattoni, le finestre e i pavimenti sono delineati con meticolosa oggettività, direttamente ripresa dall’arte fiamminga precedente, eppure, neanche attraverso l’analisi di questi dettagli, si era prima d’ora riusciti a stabilire l’esatta ubicazione dell’abitazione rappresentata.

È dal 1921, anno in cui il Rijksmuseum acquistò il quadro, che studiosi e amanti dell’arte si sono avventurati per la citta’ di Delft chiedendosi quale tra i numerosi scorci fosse quello riportato dal pittore, senza trovare alcuna risposta.

Fino a pochi mesi fa, quando il professor Grijzenhout ebbe l’idea di abbandonare la tradizione, che ricercava informazioni attraverso lo studio dei modelli dei mattoni o delle case, e di fare invece un’indagine utilizzando i vecchi registri delle imposte.

Al tempo, infatti, i canali erano essenziali per i trasporti e gli scambi commerciali dei Paesi Bassi ed i registri, tenuti con grande attenzione, riportavano la misura della larghezza delle case con estrema precisione, per poi calcolare le somme da addebitare ai proprietari.

Quindi, in base al Libro mastro del dragaggio dei canali di Delft (1667), la strada in questione sarebbe Vlamingstraat, esattamente dove oggi si trovano le case con i numeri civici 40/42, in quello che all’epoca era uno dei piu’ poveri quartieri di Delft.

Inoltre i documenti mostrano che la casa sul lato destro del dipinto apparteneva alla zia del pittore, Ariaentgen Claes Van Der Minne, fatto che conferisce a questo quadro un aggiuntivo valore sentimentale, visto che probabilmente era un luogo a cui Vermeer era emotivamente legato.

Peter Roelofs, curatore dei dipinti secenteschi del Rijksmuseum, ritiene, infatti, la scoperta estremamente importante: “Sia per il modo in cui guardiamo a questo dipinto di Vermeer, che per la nostra idea di Vermeer come artista”.

Il quadro rimarrà al Rijksmuseum fino al 13 marzo, quando verrà poi trasferito al Prinsenhof di Delft, grazie ad un accordo preso tra i due musei, con lo scopo di riavvicinare Vermeer alla sua città di nascita.

Commenti

commenti