C’è chi dice di non riconoscere più il proprio paese. Anche tra gli olandesi. Non è forse un caso, allora, che negli ultimi tempi la (piccola) galassia dell’estrema destra populista abbia cominciato a ruotare sempre più velocemente. Si tratta di movimenti extraparlamentari: neofascisti come PegidaNederland, populisti come il neonato DTG – letteralmente Demonstranten Tegen Gemeenten, ovvero Dimostranti contro i Comuni – o “rifugiofobi” come AZC-Alert.

A farne le spese non sono solo i rifugiati, che vengono accolti con slogan razzisti e teste di porco mozzate. In Olanda, infatti, è aumentato – esponenzialmente – il numero di politici locali che hanno subito violenze durante lo svolgimento delle proprie funzioni.

“Abbiamo condotto uno studio su 953 consiglieri in 199 municipalità diverse dei Paesi Bassi”, racconta John Bijl, direttore del Periklesinstituut di Rotterdam, organizzazione specializzata nello studio della politica locale, “E 265 hanno denunciato una qualche forma di intimidazione.”

Il 26% del totale, insomma. “Un dato sorprendente se pensiamo che appena due anni fa era il 13%. C’è chi ha subito aggressioni verbali, chi danni alla proprietà, minacce ai famigliari e violenza fisica”, chiosa l’esperto, “e di episodi ne abbiamo riscontrati tanto in grandi città come Rotterdam e Amsterdam quanto in consigli municipali più piccoli”.

Ma perché un aumento così netto della violenza politica? “Imputare la crescita esponenziale solamente alla questione dei rifugiati è trarre conclusioni affrettate”, chiarisce Bijl, “Certo il dibattito gioca un ruolo fondamentale, ma è anche vero che nel tempo i governi locali hanno assunto molte più responsabilità rispetto al passato. E, ma questa è una tendenza più generale, negli ultimi vent’anni l’atteggiamento dei cittadini nei confronti di tutte le autorità è divenuto più aggressivo.”

Non tutte le intimidazioni, gli attacchi e le auto bruciate avvengono quindi per mano di xenofobi anti-immigrazione: “Sono aumentate le persone che non si riconoscono più nella politica, né in quello che i politici fanno. In Olanda c’è una mancanza di democrazia che ha contribuito al peggioramento dei rapporti tra cittadini e pubblici ufficiali.”

Infine l’omertà: quattro quinti dei politici minacciati non sporge denuncia. Una pratica che se non legittima, quanto meno favorisce il riprodursi della violenza politica. “C’è un sentimento diffuso che riguarda questi episodi”, conclude l’esperto, “si pensa che siano come collegati al tipo di lavoro. Che siano normali, in un certo senso…mentre per noi non lo sono affatto.”

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