Oggi giorno, 22 dei 35 milioni di persone che hanno contratto l’HIV non riescono ad ottenere le cure  di cui necessitano. Nonostante esistano i medicinali adeguati per curare l’AIDS,  ben 1,5 milioni di persone muoiono ogni anno. Sono questi i dati che emergono dalla petizione Beat the Aids Epidermic promossa dalle ONG Aids Fonds, MSF Olanda e LILA (Lega italiana per la lotta contro l’Aids) nel Giugno del 2015 e sottoscritta da 9000 persone,  per abbassare il costo dei farmaci e per facilitare l’accesso alle cure contro l’ HIV.

La battaglia sociale, oggi molto sentita nei Paesi Bassi, ha coinvolto anche il parlamento olandese, che dal gennaio del 2016 ha deciso di inserire all’interno della sua agenda internazionale il dibattito sull’HIV presso la Presidenza dell’Unione Europea. Tra le altre richieste della petizione promossa dal governo,  importante il focus sull’assistenza legale ai malati nei paesi in via di sviluppo,  affinché siano facilitate le procedure di accesso ai farmaci salvavita, troppo costosi per paesi a basso e medio reddito a causa dei diritti sui brevetti e sulla proprietà intellettuale.

Altro punto molto discusso riguarda invece la prevenzione e l’educazione sessuale dei giovani. Già nel 2013 la Direzione generale per le politiche interne del Parlamento UE rese pubblico il Report Policies for Sexuality Education in the European Union, in cui lo stesso concetto, sull’obbligatorietà dell’educazione preventiva veniva ripreso e affermato a livello europeo.

Anche in questo l’Olanda è progressista: sin dagli anni 60′, i bambini dalla tenera età di 4 anni accedono a corsi di educazione sessuale, dove con un linguaggio semplice e pedagogico, imparano a scoprire il corpo umano e la differenza tra uomo e donna. Intorno ai 10-12 anni iniziano, invece, corsi riguardanti la pubertà, l’amore e la contraccezione, mentre la consulenza medica in materia di contraccezione viene garantita gratuitamente.

L’Italia, patria di santi, pare ancora restia a togliersi dal capo il suo velo democristiano e clericale.  Nonostante i diversi tentativi politici (dal primo ddl presentato nel 1975 da Giorgio Bini del PC, passando nel 2013 dal ddl di Sel sull’educazione sentimentale, finendo con il ddl Cirinnà dell’attuale legislatura) ancora oggi l’educazione sessuale non è formalmente obbligatoria nelle scuole italiane. Venendo a mancare un corpo normativo che ne legittimi l’insegnamento, l’erogazione lecita dell’educazione sessuale dipende esclusivamente dall’autonomia dei vari istituti scolastici e dall’apertura mentale dei singoli professori.

 

 

 

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