In Olanda vige un tacito sistema di ghettizzazione della società, sconosciuto ai più, che prevede la presenza di Zwarte school (scuola nera) e Gemengde school (scuola bianca). Ad oggi, le divisioni nel sistema educativo sono realmente nette e causano ripercussioni negative nel tessuto sociale.

 

Viviamo all’interno di una società sempre più globalizzata che, anche in seguito allo sviluppo dei flussi migratori, ha visto mutare negli anni il concetto di popolazione. L’Olanda, in particolare, storica terra di colonizzatori, possiede una cittadinanza fortemente eterogenea, contraddistinta da un’elevata percentuale di persone provenienti da Turchia, Suriname (colonia olandese fino al vicino 1975) e Marocco.

Far convivere diverse etnie e culture, in un Paese statico  ed inquadrato del genere, non è semplice. Parallelamente, il compito di garantire una perfetta coesione sociale spetta in primo luogo alle istituzioni che, di riflesso, dovrebbero infondere nei propri cittadini la giusta dose di senso civico.  Il primo step utile al raggiungimento dell’obiettivo è rappresentato  dal sistema educativo, responsabile della formazione umana e culturale degli adulti del futuro.

Come funziona il sistema educativo olandese

Nei Paesi Bassi esiste l’ amara consuetudine delle scuole etniche, differenziate per i bianchi ed in neri. A frequentare le Zwarte school (scuola nera), sono almeno per il 60% alunni di colore, ma in moltissime zone la percentuale sale fino al 90%, rappresentando un’indiretta forma di segregazione. In alternativa esistono le scuole internazionali, private, dove la cernita viene effettuata in base alle possibilità economiche.

Le strutture educative con un’alta presenza di migranti si differenziano soltanto per l’utilizzo di maggiori supporti didattici e lessicologici , che non incidono minimamente sulle possibilità di apprendimento del gruppo-classe o sulla qualità d’insegnamento. Al contrario, vari studi hanno riportato che gli iscritti a “scuole nere” sviluppano abilità linguistiche superiori rispetto ad altri coetanei, avendo a disposizione maggiore sostegno. Eppure, sono presenti delle attitudini, ahinoi sedimentate, che spingono gli olandesi ad iscrivere i propri figli solo nelle “Gemengde school”. La motivazione è quella di preservarli dalla contaminazione culturale , anche costo di spostarsi a chilometri di distanza dal proprio quartiere di residenza e dar vita al fenomeno del volo bianco.

In teoria, la differenziazione scolastica dovrebbe esaurirsi nel momento in cui viene superato il gap linguistico. In realtà, le congetture che si basano dietro a tale divisione vanno ben oltre la mera questione pratica. Le scuole nere vengono infatti frequentate anche da immigrati di seconda e terza generazione, nati in Olanda e madrelingua al pari degli autoctoni. La divisione, che inizia dalle scuole elementari, perdura per tutti i successivi cicli educativi, creando fratture sociali difficilmente sanabili.

Le scuole d’inserimento

Per chi scegli di trasferirsi nei Paesi Bassi, una volta registrati i bambini all’anagrafe, sono gli assistenti sociali a consigliare le varie scuole d’inserimento. Alla luce di quanto emerge, il rischio principale non è rappresentato dalla qualità d’insegnamento, che è garantita in maniera ottimale, ma dalla mancata possibilità di integrarsi con ragazzi del luogo ed entrare a pieno nella società.

Generalmente anche gli italiani, così come spagnoli, greci e portoghesi vengono indirizzati verso le scuole nere e gli unici stranieri ad avere accesso all’élite delle scuole bianche sono quelli del Nord Europa.

Ma c’è chi dice no

Fortunatamente, la tendenza ha generato negli anni indignazioni e proteste. Una delle più emozionanti si è tenuta ad Amsterdam nel 2015 ed ha visto protagonisti i bambini immigrati e le loro famiglie che, armati di grandi sorrisi ed ottimismo, invitavano i coetanei bianchi a frequentare le loro scuole. Ad accompagnarli anche una minima ma significativa presenza di questi ultimi, muniti di cartelli con su scritto “Tutti i bambini hanno diritto a integrarsi” oppure “Questo bianco e’ abbastanza per voi?”.

L’istruzione rappresenta il pilastro fondamentale della società e la scelta dei genitori, tacitamente appoggiata dallo Stato, di precludere ai loro figli la preziosa possibilità di maturare, confrontandosi con la bellezza delle diverse culture, non può che generare una pericolosa regressione umana. Una nazione è realmente libera ed emancipata solo se il grado di offrire a tutti, e allo stesso modo, l’occasione di esprimersi e guadagnare il proprio posto nel mondo, il resto è solo vano fanatismo… E come diceva William Butler Yeats: “Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.” 

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