Il cinema italiano ha avuto momenti di grande diffusione nei Paesi Bassi, soprattutto legati ai suoi autori classici come Fellini o Scola, i cui temi ricorrenti sono sempre stati molto popolari tra il pubblico nederlandese. Drammi familiari, questioni politiche e sociali, cibo e bei paesaggi da sempre catturano l’attenzione degli olandesi e riscuotono un grande successo.

Grazie al contributo di Massimo Benvegnù, critico e programmatore cinematografico residente ad Amsterdam da 15 anni, si è potuti andare più a fondo nell’indagare la popolarità del cinema italiano in Olanda, esplorando quali siano i generi e i film più amati.

Da un sondaggio tenuto nel 2012 presso il Filmmuseum di Amsterdam è emerso che i film italiani più conosciuti sono per lo più appartenenti ai classici o al Neorealismo, come Una giornata particolare, La meglio gioventù, Novecento, Ladri di biciclette, 8 e 1/2.

Guardando ai risultati di questo sondaggio, non si può non notare il fatto che la maggior parte dei film in questione trattino drammi familiari, questo perché spesso e volentieri tra il pubblico olandese prevale un discorso di tipo stereotipico nei confronti dell’Italia che enfatizza sia i lati positivi che negativi di quella che è internazionalmente individuata come “italianità” per cui se da un lato abbiamo topoi quali la criminalità e le questioni più prettamente mafiose, dall’altro abbiamo i meravigliosi scenari del golfo di Napoli, il cibo e le storie familiari, che dominano senza dubbio il repertorio filmico della Penisola.

Significativo di questo indice di popolarità è il caso de La Grande Bellezza film Premio Oscar di Paolo Sorrentino che ha riscosso un notevole successo nei Paesi Bassi, tanto da avere il quadruplo degli spettatori che ha avuto ad esempio in Francia, nonostante il mercato sia molto più ristretto.

Questa ristrettezza di mercato, oltre che dovuta a ovvi motivi demografici, deriva anche da una concezione diversa che gli olandesi hanno del cinema. Non esiste infatti nei Paesi Bassi una vera e propria cultura cinematografica come ad esempio in Francia o in Italia e neppure una cosiddetta “epoca d’oro” del cinema olandese, che non raggiunge mai vette epocali che gli consentirebbero di valicare i confini nazionali, tranne che in alcuni casi come ad esempio per le opere dei cineasti Joris Ivens e Paul Verhoeven che comunque non riescono a raggiungere il successo mondiale. In generale infatti l’esperienza cinematografica non assume lo stesso valore che ha nel resto d’Europa e l’atteggiamento degli olandesi è più orientato verso la “contemplazione” (Benvegnù) per cui si tende a preferire il genere non-fiction come i documentari, o al massimo commedie o film per ragazzi.

A tal proposito, per quanto riguarda nello specifico le produzioni prettamente olandesi, purtroppo, tolti alcuni rari casi di più ampio respiro come il recente caso di De Slag om de Schelde La Battaglia Dimenticata – per il quale è stato profuso un enorme sforzo economico, non sono presenti film in grado di essere distribuiti al di fuori dell’area del Belgio o del Lussemburgo, e sembra che la qualità in generale non sia molto elevata. Questo fa sì che film stranieri, appartenenti a Paesi come l’Italia che hanno una notevole storia cinematografica alle spalle, dilaghino e raggiungano una popolarità maggiore delle pellicole autoctone stesse.

Margherita Romaniello

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