Nel “Celebration Symphonic Tour”, a partire da dicembre 2016 fino a gennaio 2017, il Maestro Giovanni Allevi si è esibito nel triplice ruolo di compositore, pianista e direttore d’orchestra, alla guida dell’Orchestra Sinfonica Italiana ed ha eseguito quei brani che lo hanno reso uno dei compositori contemporanei più amati a livello internazionale, dirigendo anche capolavori eterni come P.I. Čajkovskij, G. Puccini e G. Rossini. Parallelamente Giovanni Allevi si è esibito e continuerà a esibirsi con una tournée di pianoforte solo, il “Celebration Piano Tour”, che toccherà nei prossimi giorni diverse città europee, tra cui Londra, Zurigo, Dublino e Bruxelles. In questo live l’artista riprende la sua dimensione magica ed intima del pianoforte solo, ripercorrendo i 25 anni di composizioni che lo hanno portato a vendere oltre un milione di dischi solo in Italia. Allevi è uno dei maggiori compositori puri e incontaminati dell’attuale panorama internazionale. Ha una laurea con Lode in Filosofia e due diplomi di Conservatorio, conseguiti con il massimo dei voti in Pianoforte e Composizione. Per il suo impegno intellettuale il maestro, oltre a sollevare l’entusiasmo del suo pubblico, ha ricevuto attestazioni di stima da parte dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Papa Francesco e Papa Benedetto XVI, del Premio Nobel Mikhail Gorbaciov e di molti esponenti del mondo artistico e culturale. È stato insignito nel 2012 dell’Onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana per i suoi meriti artistici. Numerose le tesi di laurea a lui dedicate nelle varie Università italiane che attestano il grande valore sociale e culturale della sua figura. A proposito del concerto che terrà a Bruxelles ho intervistato telefonicamente il Maestro, per un inserto su Italianradio.

Dunque Maestro, a Bruxelles si terrà il 26 febbraio la prossima tappa del “Celebration Piano Tour”. Mi può dire come nasce questa idea?

Allora intanto saluto con grandissimo affetto tutti i radio ascoltatori e gli italiani che spero di incontrare di nuovo, perché io sono già stato a Bruxelles nella scorsa tournée e ricordo un grandissimo calore e un tifo da stadio durante il concerto. Quindi non vedo davvero l’ora di tornare. Si tratta di un Tour, come ha già detto, o meglio di un Celebration Tour, perché attraverso questa tournée voglio festeggiare i 25 anni di attività live. Sono tantissimi 25 anni di attività. Questa sarà una tournée europea, e Bruxelles è una delle date a cui tengo di più per il calore e per l’affetto che so di incontrare.

Ecco, appunto, dicevamo 25 anni di successi. Leggo da uno dei numerosi siti che la riguardano che Lei è considerato uno dei maggiori compositori dell’attuale panorama internazionale, in quanto compositore, direttore d’orchestra e pianista. È diventato in breve tempo un fenomeno sociale, entrando nell’immaginario collettivo delle nuove generazioni che affollano i suoi concerti. Le sue composizioni tratteggiano i canoni di una nuova “Musica Classica Contemporanea”, attraverso un linguaggio colto ed emozionale. Si riconosce in queste definizioni?

Dunque, prendo spunto da quanto ha detto all’inizio. In realtà non sono stati 25 anni di vero e proprio successo. Magari fosse stato così. Sono stati 25 anni di alti e bassi, di momenti di grande riscontro oppure momenti di incomprensione. Ma non può andare sempre tutto bene perché la vita artistica è come la vita in generale. Ci sono dei giorni in cui splende il sole, altri in cui ci sono delle nuvolette. Ecco, ci tenevo a dire questo, perché si pensa che a un artista famoso vada sempre tutto bene. In realtà non è così. È per questo motivo che quando incontro il pubblico, quando sento l’applauso e sento sulla pelle l’affetto della gente, cerco sempre di viverlo il più intensamente possibile, in modo tale da non perdere una goccia di questo amore che mi viene regalato. E cerco di fare in modo di poterlo meritare sempre, il più possibile. Poi ci sono le definizioni importanti, come la “Musica classica contemporanea”. Si, sicuramente è così, ma ciò che per me è vero ed è essenziale è che attraverso il pianoforte voglio guardare in profondità dentro me stesso e magari riuscire a regalare un’emozione alle persone che vengono a sentirmi. Questo è quello che conta davvero per me.

Lei in quale città preferisce suonare? Ha una sua città preferita? Oppure ogni concerto le dà sempre qualche nuova emozione?

È esattamente così. Le città sono sempre diverse e il pubblico è sempre diverso. Ogni individuo, ogni persona che si avvicina alla mia musica porta dentro di sé un mondo infinito, insondabile, che viene sollecitato dalle note e quindi non è assolutamente possibile fare una classifica. Mi rendo conto che non esiste luogo più prestigioso e irraggiungibile del cuore della gente. Quindi per me il concerto è l’opportunità di essere vicino alle persone, di essere vicino al loro cuore e alla loro anima. Vale davvero la pena vivere per questo.

Che risonanza ha avuto la sua musica all’estero negli anni?

Ci è voluto veramente molto tempo perché la mia musica raggiungesse le persone. In tutti questi anni devo dire che adesso comincio ad avere i primi grandi riscontri, soprattutto in Oriente. Ma non ne vorrei fare una questione di successo o di riscontro. Per me la musica e l’arte sono quasi un fatto intimo tra me e la persona che mi sta ascoltando. Che poi siano dieci persone, cinquantamila o cinquanta milioni non cambia per me.

Se invece dovesse vivere all’estero? Ha qualche predilezione per una città in particolare?

Effettivamente la mia attività artistica mi ha portato a visitare moltissime città, molto diverse tra loro. Non ho lo spirito del viaggiatore, men che meno quello del turista, perché sono sempre concentrato sulla musica e non riesco a vedere magari i monumenti e altre cose. Sono affascinato dall’essere umano, dalla sua anima, da tutte le anime tormentate che si avvicinano alla mia musica. Quindi ogni essere umano è l’incontro con una diversità. È come se mi trovassi sempre, continuamente all’estero, attraverso un pianoforte, attraverso la musica.

A conti fatti sembra quindi che ci siano tutti i presupposti per una buona riuscita del suo Tour…

Si, assolutamente. Questo ce lo auguriamo sempre, ma ogni volta è così. Ricevo talmente tanto affetto e calore dalle persone che vengono ai miei concerti che nonostante i sacrifici, le difficoltà e i costi dei viaggi, penso sempre che valga davvero la pena affrontare la vita così. Ho anche la sensazione e la speranza di aver lasciato un segno ogni volta che vado in una città, come ad esempio Bruxelles. Spero veramente di aver lasciato il segno la volta scorsa. Sarebbe quindi bellissimo poter incontrare ancora una volta quelle persone e rivivere quell’emozione.

E naturalmente questa è una cosa che ci auguriamo tutti. Dal punto di vista tecnico cosa cambia questa volta rispetto alle precedenti tournée?

La volta scorsa si è trattato di un Tour impostato solo sull’ultimo album, che si intitola “Love”. Invece in questo caso, essendo una Tournée che è incentrata sui 25 anni di attività live, attraverso le composizioni che andrò ad eseguire ripercorrerò un po’ questo periodo così lungo e così intenso. Non eseguirò dei brani relativi ad un album in particolare ma a tutti i miei lavori precedenti. Ci saranno brani molto famosi che sono entrati nell’immaginario collettivo, ma anche brani che ho suonato pochissimo, o magari vent’anni fa. Ma anche brani sconosciuti al pubblico.

Benissimo, non possiamo fare altro che attendere il 26 febbraio.

Per info e prenotazioni biglietti: giovanniallevi.com

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