Il 5 Maggio simboleggia un avvenimento importante per i cittadini dei Paesi Bassi. Si ricorda, avvolti da un comune sentimento di emozione, il Bevrijdingsdag, la giornata della liberazione dal nazismo.

Durante  l’intero arco della giornata, il pensiero predominante dei cittadini e dei turisti che partecipano alla manifestazione di empatia, ritorna agli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando la natura equilibrata di questa nazione venne, purtroppo, completamente stravolta.

Monumento alla memoria degli ebrei, Utrecht.

Nel Maggio del 1940, le truppe tedesche occupavano la regione olandese da oramai 5 anni. I responsabili di una delle pagine più buie della storia mondiale provvidero ad istallarvi un governo di facciata, che includeva razionamento del cibo, lavoro forzato e deportazioni. Nella zona si registrò un alto livello di collaborazionismo durante l’olocausto che portò allo sterminio del 75% degli ebrei. Parallelamente, iniziò ad accendersi negli animi  olandesi la fiamma della Resistenza, alimentata da ideali socialdemocratici, comunisti e cattolici, che contribuì in larga misura alla conquista della libertà.

Albero della resistenza, Utrecht.

Verso la fine del 1944, mentre gli Alleati avanzavano da Sud, la parte Occidentale del Paese sperimentò un periodo di forte fame e carestia, l’ “Hongerwinter” , inverno della fame, che si concluse proprio il 5 Maggio del 1945, con la resa ufficiale dei tedeschi a Wageningen.

La cittadina situata nella provincia di Gheldria è il centro principale delle celebrazioni commemorative, accogliendo molti rappresentanti di Stato, insieme ad Harleem dove si tiene il Pop Festival ed Amsterdam, dove nella Piazza dei Musei si radunano migliaia di persone per assistere a concerti gratuiti. In generale, il 5 Maggio è festeggiato in ogni capoluogo delle 12 province.

In questa giornata si coglie l’occasione per commemorare quanto di atroce è stato commesso, riflettendo  sull’importanza della Libertà e della sua conquista, troppo spesso data per scontata. I Paesi Bassi cercano di farlo attraverso la musica, mezzo di espressione universale che  negli anni dell’occupazione rientrava tra i movimenti di aggregazione da censurare. Nei vari eventi, si ricorda chi negli anni della Guerra era costretto a vivere in maniera non dignitosa, la gran parte di mondo ancora prigioniera della politica del potere, l’impossibilità di cambiare la storia, ma anche la volontà di partecipare attivamente alla costruzione del futuro e scongiurare per sempre il riemergere della disumanità.

 

 

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