A pochi giorni dalla sentenza sulla Cannabis light della Corte di Cassazione italiana, nei Paesi Bassi si fa un passo in avanti sulla detrazione fiscale per spese relative al consumo di Cannabis per uso medico.

Scienza o Legge?

Il confronto nasce spontaneamente, anche se le differenze culturali fra i due paesi sono molte. In Italia, l’uso e la coltivazione della cannabis sono vietati, solo con la legge 242 del 2016 la cannabis light è stata commercializzata, dando una buona spinta all’economia italiana, e sottraendo circa 170 milioni di euro alla mafia solo nel 2018. Con la sentenza della Cassazione del 30 maggio 2019 però, la cannabis light rientra nella sezione di droghe pesanti, anche senza contenere il THC che chimicamente la differenzia dalla cannabis sativa.

Per i cittadini

L’olanda è, come ben sappiamo, di tutt’altre vedute: qui infatti i discorsi sull’uso della cannabis vertono in concomitanza ai problemi della popolazione e alla loro risoluzione. Così come è successo ad una donna affetta dal morbo di Crohn. Nei Paesi Bassi l’uso della cannabis medicinale può essere detratto dal pagamento delle tasse, la stessa cosa non avviene per la cannabis sativa. Questa donna ha clinicamente riscontrato grandi miglioramenti solo con l’uso della cannabis sativa, per questo motivo ha richiesto che possa essere detratta dalle sue spese.

L’attesa sentenza

 La sentenza ha avuto parere favorevole in primo grado ma è stata annullata in Appello. Il secondo appello in Corte Suprema (ancora non datato) lascia intendere che ci saranno buone possibilità poiché l’avvocato generale (figura riconosciuta nei sistemi di civil law) ha affermato che i costi sanitari possono essere detratti dalle tasse anche senza essere prescritte da un medico o un farmacista. Chiaramente il parere dell’avvocato generale non è vincolante ma viene spesso preso in considerazione dalla Corte Suprema.

L’ultima parola spetta alle istituzioni. Ma voi, cosa ne pensate?

 

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