Un posto inaspettato nasconde la bellissima libreria: quasi nascosta nei vicoli, in un piccolo spiazzo che si apre tra le viuzze, all’interno di un’antica chiesa domenicana.
Assaporando il piacere di perdersi tra le vie spesso gremite, l’effetto che si ha quando quasi per caso si raggiunge la piazzetta di Dominicanerplein è quello di sentirsi immensamente piccoli. La facciata dell’edificio svetta sugli edifici circostanti nel minuscolo spiazzo, troppo alta anche per entrare in un singolo sguardo, creando come un senso di vertigine. D’altronde è proprio questo lo scopo per cui l’architettura gotica è stata creata: suscitare un senso di vertigine nei fedeli che si sentivano inevitabilmente insignificanti al cospetto della casa di Dio.
La struttura infatti, è una chiesa gotica risalente al 1294 con lo scopo di ospitare i monaci domenicani, che vi rimasero fino all’espulsione dell’ordine da parte di Napoleone nel 1794. Per ben 500 anni luogo di culto, in seguito ha rivestito molte funzioni, prima parrocchia, poi magazzino e archivio fino ad approdare alla libreria odierna.

Se grande è la suggestione che si prova ad ammirare la facciata con l’ampia vetrata all’esterno, niente è paragonabile all’emozione che si prova una volta entrati: basta fare un solo passo attraverso il portone d’ingresso per ritrovarsi inevitabilmente a bocca spalancata, in un misto di stupore e commozione. Libri fin dove l’occhio può arrivare, tre piani di struttura traboccanti di testi di tutti i generi e in molte lingue, non possono che muovere l’animo di appassionati e non, come se non bastasse contornati da ripide colonne gotiche unite da archi a sesto acuto che reggono la volta. L’impressione è così forte che non si distingue se sia la magnificenza della chiesa a far da cornice alla libreria o la moltitudine di libri ad arricchirne l’architettura, creando una sensazione quasi magica, come se d’improvviso si fosse partecipi di un mistero esoterico che molto ha in comune con l’impenetrabile fascino della biblioteca-labirinto de Il Nome della Rosa.

La libreria, a ragione, ospita più di 700.000 visitatori l’anno e moltissimi eventi culturali come esposizioni, workshop, interviste, presentazioni. La grande popolarità della struttura però è in questo caso anche un difetto: il sovraffollamento fa perdere quell’atmosfera mistica di contemplazione tipica dei luoghi di culto, la presenza di più di 50.000 volumi che di fatto arricchiscono l’ambiente e ne sono indubbiamente il punto di forza, sono allo stesso tempo sfruttati per puro marketing, facendo immediatamente tornare il visitatore con i piedi per terra, nuovamente catapultato nella dimensione commerciale del luogo. Emblematico di questo ritorno al materialismo è l’aggiunta di una caffetteria nell’abside, che nello sforzo di rendere il posto più moderno e fruibile, inevitabilmente stona con il clima contemplativo che si viene a creare.

Nonostante la grande affluenza, rimane uno dei luoghi più affascinanti della città di Maastricht, con alcuni dettagli che, oltre all’imponenza, ne aumentano l’attrattiva: affreschi del XVII secolo raffiguranti san Tommaso d’Aquino sono visibili dall’ultimo piano della struttura ferrea e grandi vetrate e rosoni affiorano tra le travi, accrescendone il valore culturale e storico e senza dubbio la meraviglia dei fortunati visitatori.

 

Margherita Romaniello

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