“Lasciateli per terra, ok, state con loro. Se uno di questi fa qualcosa di sbagliato […], uccidetelo”

Questa è solo una parte delle trascrizioni che pian piano il governo inizia a rendere note, dopo che l’Archivio Nazionale olandese le ha segretate per ben quaranta anni.

Esse riguardano una delle pagine più tristi della storia dei Paesi Bassi, ovvero l‘eterna indifferenza del governo per la questione molucchese, che a causa del senso di eterna frustrazione è scoppiata negli anni ’70, materializzandosi in una serie di attacchi terroristici da parte della generazione dei “moluccani dimenticati”.

Le trascrizioni che iniziano ad essere rese note e iniziano finalmente ad imporsi all’attenzione di una sfera pubblica continuamente distratta nei confronti dei disagi delle proprie minoranze, riguardano ciò che accadde l’11 giugno del 1977. Quel giorno i nuclei speciali dell’esercito olandese posero fine all’ostaggio del treno, sequestrato da un comando di indipendentisti moluccani, dopo ben 20 giorni. Le vittime furono 6 terroristi (su 9) e 2 ostaggi.

Le rivelazioni che tornano a galla sarebbero fondamentali poiché fino a questo momento, il governo ha sempre ribadito come le proprie forze abbiano agito:

“Limitandosi solamente a rispondere al fuoco”.

In realtà già l’autopsia delle vittime di allora, aveva rivelato come i corpi fossero stati crivellati da ben 1400 spari, a riprova del fatto che probabilmente in quel momento, il ministro della giustizia avesse invece dato l’ ordine di sparare pur di porre fine al sequestro.

Per molti anni le famiglie delle vittime hanno chiesto di sapere la verità sui fatti di quel giorno, verità che però è stata silenziata e oscurata. Le foto, le registrazioni e gli audio del 11 giugno non sono mai stati resi completamente pubblici e solo adesso, a distanza di anni, iniziano ad essere resi noti.

Il problema, su cui probabilmente ci si continua a cullare, riguarda la mancanza di trascrizioni complete. Ciò fa si che l’avvocato dei soldati in causa, continui a difendere i propri clienti, dicendo:

” Le trascrizioni non dimostrano che i soldati hanno giustiziato i dirottatori. Dal momento che le trascrizioni non sono complete, non è sempre chiaro chi ha detto che cosa ed esse non forniscono un quadro completo di ciò che è accaduto nel momento in cui i soldati hanno preso d’assalto il treno dirottato”.

Per quanto si tratti di una questione ancora irrisolta è fondamentale il fatto che dopo tanto, i riflettori tornino ad essere puntati su questo sanguinoso capitolo della storia olandese di cui si è sempre parlato troppo poco e che proprio dall’oblio si è generato. Causa degli attacchi terroristici degli anni ’70 è stata infatti l’indifferenza del governo olandese per le minoranze, essa ha provocato un drammatico corto circuito tra le tante etnie del Paese e ha portato all’esasperazione i giovani figli dei profughi moluccani, che per quanto nati nei Paesi Bassi sono stati sempre considerati estranei alla società olandese e per questo hanno sentito il bisogno di alimentarsi di un idealismo e nazionalismo molucchese forte.

Ma proviamo a rispolverare le ragioni della frustrazione della comunità moluccana nei confronti della loro madrepatria:

Essi prima ancora dell’indipendenza dell’Indonesia, a seguito della Seconda Guerra Mondiale, erano sempre stati fedeli alla corona d’Olanda prestando servizio nell’esercito coloniale degli autoctoni, Koninklijk Nederlands Indisch Lege. Questa fedeltà è stata ribadita anche dopo il 1950 (quando è stata proclamata l’indipendenza dall’Indonesia a maggioranza musulmana, con la costituzione della Repubblica delle Molucche del sud a maggioranza cattolica) ma non è stata ricambiata da parte degli olandesi che in questa occasione non hanno offerto il proprio sostegno, limitandosi ad azioni di assistenza umanitaria. Da quel momento iniziò la diaspora moluccana che portò ben 12.500 persone in Olanda, trasferite ad est in luoghi separati dalla società, come sistemazione temporanea (in veri e propri campi profughi, privi di servizi, come l’ex campo nazista di Westerbork). In tantissimi hanno vissuto segregati qui fino agli anni ’70 come apolidi, facendo lavori in nero o nei campi mentre lo Stato forniva loro solo un misero tetto e un insufficiente sussidio, dimenticandosi di come quella avrebbe dovuto essere solo una “sistemazione momentanea”.

Questa popolazione ha aspettato a lungo la promessa di una propria terra nella quale potersi integrare, ma inutilmente. Il governo e l’opinione pubblica si sono scordati di loro.

Il 1977 è stata un punto di svolta, gli attacchi terroristici sono serviti a puntare, in modo drammatico, i riflettori sulla condizione di disagio dei “profughi dimenticati” delle Molucche, il governo ha iniziato a silenziare le proteste con un maggiore impegno nel welfare e si è impegnato a non far emergere i particolari di quel fatidico giorno.

Ad oggi, la verità non è venuta completamente a galla ma la pubblicazione di queste trascrizioni di certo può essere il primo passo affinché, finalmente, si faccia luce su questa triste vicenda di cattiva integrazione e indifferenza.

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